L’angiogenesi tumorale dal punto di vista orgonomico
Per angiogenesi si intende la formazione di nuovi vasi sanguigni da altri vasi preesistenti.
Questo fenomeno merita una particolare spiegazione quando si parla di cancro.
Nel 1971 il Dr. Judah Folkman ipotizzò che prevenire o interrompere la formazione di vasi sanguigni all’interno della massa tumorale (angiogenesi tumorale) avrebbe privato dei nutrimenti vitali le cellule cancerose che formano la massa tumorale e quindi si sarebbe potuto sconfiggere il cancro.
Tutta l’oncologia ritiene infatti che l’angiogenesi sia stimolata dalla massa tumorale per garantirsi nutrimento e crescita.
Per questo motivo con lo slogan “affamiamo il tumore” sono state stanziate imponenti risorse finanziarie per trovare farmaci in grado di inibire questo processo.
L’intuizione non ha però portato i risultati attesi.
In realtà, secondo il dr. Reich, l’angiogenesi che si verifica nella massa tumorale ha un funzione completamente diversa da quella ipotizzata dall’oncologia classica.
Dal punto di vista orgonomico l’angiogenesi tumorale è una forte risposta dell’organismo contro il tumore e per il motivo che vedremo essa può portare imponenti miglioramenti o diventare un fatale autogol.
Procediamo per gradi e vediamo perché.
La spiegazione parte da lontano e per capire l’angiogenesi che si produce nella massa tumorale bisogna chiamare in causa un’insospettabile cellula del sangue: il globulo rosso.
E’ vero e risaputo quasi da tutti che il globulo rosso è strettamente legato alla respirazione.
Il suo lavoro è trasportare ossigeno dai polmoni ai tessuti e l’anidride carbonica dai tessuti ai polmoni.
In realtà esso ha anche un’altra funzione di natura specificatamente energetica.
Secondo il dr. Reich, l’atomo di ferro presente nell’emoglobina che si trova al suo interno del globulo rosso, lo rende invece un efficientissimo accumulatore di energia orgonica.
Questo è facilmente osservabile con i test Reich del sangue dopo un prolungato uso delle tecniche di ricarica orgonomica.
Per il cancro in particolare, secondo il dr. Reich, il processo di recupero o il tracollo completo dipende dunque dalla carica energetica che hanno i globuli rossi.
Vediamo come le due cose possono accadere:
Tramite la formazione di nuovi vasi sanguigni (angiogenesi) l’organismo non fa altro che spingere i globuli rossi all’interno della massa tumorale per avvicinarli il più possibile alle cellule cancerose e ai bacilli T.
Questo succede perché i globuli rossi sani e fortemente caricati appena si trovano nelle vicinanze di una cellula cancerosa o di un bacillo T, per effetto della legge orgonomica per la quale il sistema energetico più forte attira quello più debole, attirano e “spolpano” energeticamente i molto più deboli bacilli T o cellule cancerose.
Quando per esempio un bacillo T entra nel raggio d’azione di un globulo rosso carico, si può notare al microscopio, la formazione di un ponte energetico luminoso dal globulo rosso verso il bacillo T, una specie di numero “otto” la cui forma ricorda il contatto di due gocce d’acqua senza la fusione completa in un’unica goccia.
Se il globulo rosso è sufficientemente forte e carico, poco dopo il bacillo T, tradizionalmente molto mobile, si immobilizza e in un certo senso “muore”. (ciò che succede veramente e quali sono le altre conseguenze sarà spiegato in un’altra occasione)
Per le cellule cancerose, che sono molto più grandi di un bacillo T, a volte servono più globuli rossi molto carichi per circondarla e “ucciderla”. (anche in questo caso ciò che succede veramente sarà spiegato in un’altra occasione.
Quando al contrario i globuli rossi sono energeticamente scarichi la storia è molto diversa ed è in questa condizione che l’organismo costruisce il suo autogol.
Con il fenomeno dell’angiogenesi, anche i globuli rossi scarichi sono ugualmente spinti molto profondamente all’interno della massa tumorale sempre con l’intenzione di metterli il più a contatto possibile con le cellule cancerose o i bacilli T che dovrebbero combattere e distruggere.
I globuli rossi energeticamente scarichi non riescono però ad avere la meglio sul tumore anzi se la carica energetica delle cellule cancerose e dei bacilli T supera la scarsa carica del globulo rosso, (ricordandoci che in orgonomia il sistema più forte attira quello più debole), sarà il tumore con le sue cellule cancerose e i suoi bacilli T a “spolpare” energeticamente ogni globulo rosso.
Esso vine fisicamente distrutto, disgregato vescicolarmente con possibile formazione di ulteriori bacilli T.
In altre parole, l’invio e l’utilizzo di globuli rossi energeticamente scarichi nella massa tumorale, ha lo stesso effetto che si ottiene mandando in prima linea soldati senza munizioni.
Invece di difenderci, diventano preda.
Da qui anche la spiegazione della forte anemia, spossatezza, la fatigue caratteristica che colpisce i malati avanzati e terminali.
Segue: CONCLUSIONI